"I ragazzi delle ultime generazioni non hanno abbastanza voglia di vincere, o almeno non come lo avevamo noi, sia nel trial sia nella vita di tutti i giorni. Probabilmente sono abituati ad avere dalla società subito tutto quel che desiderano, e non hanno più quegli stimoli che in passato servivano ad affrontare i sacrifici indispensabili per raggiungere dei risultati!"
Andrea Buschi, di Arona (provincia di Novara), classe 67, tre volte Campione Italiano negli ultimi tre anni nella categoria Master, un Beta "aficionado", cambia marca, approdando al nuovo team di Diego Bosis, e quindi in sella ad una Montesa.

Attualmente è Responsabile del Settore Giovanile in seno alla Federazione, con la carica di Istruttore Tecnico dal 1997: esercita nei week-end la sua professione di "maestro" presso una nuova area di proprietà del Moto Club Future Bikes, molto vicina al famoso campo di Motocross di Maggiora. Quindi è un perfetto conoscitore dello stile delle nuove leve nazionali alle quali spesso rimprovera la mancanza di una base trialistica.
" Con le moto di oggi si fa molto in fretta e con poca fatica ad arrivare a superare ostacoli spettacolari, tipo muri, pietroni, così chi si avvicina al nostro sport in giovane età ed ha un po' di coraggio si illude di avere imparato già tutto in breve

tempo, dimenticando che gli mancano quei "fondamentali", ovvero la corretta posizione sul mezzo, il movimento dei pesi, la flessione e distensione delle gambe, senza i quali poi non potrà mai progredire!"
Alla nostra obiezione e citazione della Spagna, terra di campioni "sempreverdi", ma anche di giovani talenti pronti a rimpiazzare la precedente generazione, replica così: "La classe dirigente spagnola ha investito molto in termini di risorse economiche sui giovani . C'è una vera cultura del Trial, come anche di altre discipline motociclistiche, non per niente i piloti spagnoli si stanno ben difendendo un po' ovunque. Si è lavorato molto sulla scia di Jordi, sette volte campione del mondo. Da noi invece non si è sfruttato molto il magico momento dei tempi di Bosis e Miglio, tempi in cui l'industria italiana era anche al vertice. Non voglio comunque entrare nel merito per accollare colpe o responsabilità. Da due anni con Lunardini e Galeazzi, nel Team Italia, stiamo portando dei giovani al mondiale ed all'europeo, perché possano farsi delle esperienze utili. Il nostro lavoro progredisce ogni anno, abbiamo anche organizzato allenamenti collegiali, per aumentarne la preparazione… "

Andrea va in moto dall'età di 13 anni, quando il padre scopriva il trial acquistando un SWM per se stesso ed un cinquantino da enduro per il figlio. Ben presto però Andrea si rende conto di non poter seguire il padre sulle mulattiere che circondano il suo paese natale, così chiede ed ottiene un cambio con un cinquantino di Trial. Due anni dopo si ritrova già nelle competizioni ed i risultati sono subito eccellenti . Risultati che culminano con una partecipazione a 10 prove mondiali negli anni 88 ed 89. Vincitore tra l'altro anche di due Trofei Monomarca Beta.

L' amicizia che lo lega a Donato Miglio , lo porta poi a fargli da minder nella ultime stagioni della carriera agonistica del pluri-iridato nazionale, ma alla veneranda età di 34 anni raggiunge la sua più grande soddisfazione sportiva: è campione italiano Master. La sua occupazione principale è la gestione, insieme ai genitori ed al fratello di un ristorante sempre ad Arona. Padre di due figli Alessandro e Luca di 4 e 2 anni, Andrea ha deciso di ricominciare con una nuova moto ed un nuovo team, sapendo che i risultati che consegue nelle gare sono ottimi argomenti per rendere più convincenti le sue teorie predicate in veste di istruttore. E' un pilota di quelli che sbagliano poco, un tipo difficile da fotografare con la ruota anteriore sollevata. Anche in quest'incontro avvenuto sul terreno della sua scuola, abbiamo dovuto insistere molto per strappargli una foto in una posizione che non lo vedrete mai ne in gara, ne in insegnamento